Doping nello sport: cos’è e perché è pericoloso
Il doping nello sport è un fenomeno che rientra tra le tematiche di grande attualità.
Nonostante siano previsti controlli e sanzioni pesanti per chi utilizza sostanze dopanti e metodologie proibite, si sente ancora troppo spesso parlare di atleti che cercano di ottenere risultati sportivi importanti in maniera scorretta.
Il fenomeno è favorito, oggi, da una serie di fattori tra i quali il desiderio di vittoria che, in molti casi, non è fine a se stesso ma è legato ad interessi economici.
In questo post tratteremo l’argomento partendo dalla definizione di doping; percorreremo l’evoluzione storica del fenomeno e analizzeremo nel dettaglio la normativa che regola l’antidoping.
Cos’è il doping
Apriamo il post iniziando a familiarizzare con il termine ‘doping’.
La parola deriva dal verbo inglese ‘to dope’, che tradotto in italiano significa narcotizzare, drogare, somministrare sostanze stupefacenti/eccitanti.
Per introdurre l’argomento riportiamo di seguito la definizione presente sul sito della Treccani:
“Pratica illegale che consiste nell’assunzione da parte di atleti o nella somministrazione agli stessi di droghe, sostanze eccitanti, farmaci, (ammine simpaticomimetiche, analettici, anabolizzanti, ormone della crescita o GH ecc.), o nel ricorso a pratiche terapeutiche (per es. Autoemotrasfusioni) rivolte a migliorare artificiosamente le prestazioni agonistiche.”
Il doping nello sport identifica quindi l’utilizzo di sostanze vietate o il ricorso a metodologie mediche per migliorare le performance degli atleti.
Si tratta quindi, in parole semplici, di un comportamento scorretto e sleale, che va contro il vero valore dello sport.
Storia
Al fine di fornire ai lettori una panoramica completa dell’argomento è necessario ripercorrere brevemente l’excursus storico del fenomeno doping.
Il termine ‘doping’ viene utilizzato per la prima volta nel 1889, in America del Nord, nell’ambito delle corse ippiche, con riferimento alla miscela di oppio, narcotici e tabacco somministrata ai cavalli per esaltarne le prestazioni sportive e aumentarne la resistenza.
In realtà il fenomeno è presente già ai tempi dei Giochi Olimpici della Grecia Classica, quando gli atleti assumevano decotti a base di piante e funghi per migliorare la resistenza fisica.
Gli Antichi Romani affidavano il miglioramento delle performance sportive ad alcune tipologie di carne associate a sostanze stimolanti.
La mitologia nordica racconta di guerrieri che utilizzavano funghi alcaloidi mentre in America del Nord dilagava una pianta succulenta contenente mescalina (sostanza psicotropa stupefacente).
Oggi, come nell’antichità, l’assunzione di sostanze dopanti è legata al raggiungimento di specifici obiettivi: aumento della massa muscolare, aumento della resistenza fisica, modifica del peso ecc.
La legge
Il doping nello sport, oltre ad essere pericoloso per la salute, è considerato un illecito.
In Italia la necessità di contrastare il fenomeno ha condotto all’emanazione della Legge n. 376 del 14 dicembre 2000 intitolata ‘Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping’.
La legge si allinea ai principi etici e ai valori richiamati dalla Convenzione di Strasburgo (1989).
L’articolo 1 identifica lo sport come un’attività diretta alla promozione della salute individuale e collettiva, per la cui tutela sono previsti controlli rivolti a verificare la regolarità delle competizioni.
Lo stesso articolo vieta l’utilizzo di tecniche e sostanze pericolose per l’integrità fisica e psichica degli atleti.
Secondo la legge rientrano nel doping:
- l’assunzione di farmaci o sostante biologicamente o farmacologicamente attive;
- la sottoposizione a pratiche mediche, non giustificate da condizioni patologiche, atte ad alterare le prestazioni agonistiche degli atleti attraverso la modifica delle condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo.
La vigilanza preposta a verificare e garantire il rispetto della normativa è affidata ad una Commissione nazionale, istituita presso il Ministero della Sanità e composta da esperti professionisti appartenenti a vari ambiti disciplinari: medico, legale, politico, sportivo ecc.
In Italia i controlli antidoping sono gestiti dalla NADO, derivazione funzionale dell’Agenzia Mondiale Antidoping WADA (World Anti-Doping Agency).
L’attività dell’agenzia si concretizza essenzialmente nell’applicazione delle Norme Sportive Antidoping (NSA), ossia il documento conforme al codice Mondiale Wada e agli standard internazionali.
L’acronimo NSA identifica in altre parole l’ordinamento sportivo italiano, ovvero l’insieme delle norme che disciplinano la materia dell’antidoping e le condizioni che atleti e personale di supporto devono rispettare durante la partecipazione ad attività sportive.
Le sostanze dopanti
L’elenco completo delle sostanze dopanti è disponibile sul sito del Ministero della Salute
Il pdf elenca le sostanze e le metodologie vietate suddivise in tre categorie:
-
Sostanze e metodi sempre proibiti, in e fuori competizione (sostanze non approvate, agenti anabolizzanti, ormoni peptidici, fattori di crescita, sostanze correlate e mimetici, modulatori ormonali e
metabolici, beta-2 antagonisti, diuretici e agenti mascheranti, manipolazione del sangue e dei componenti del sangue, manipolazione fisica e chimica, doping genetico). - Sostanze e metodi proibiti in competizione (stimolanti, narcotici, cannabinoidi, glucocorticosteroidi).
- Sostanze proibite in particolari sport (alcool, beta-bloccanti).
Lavorare nello sport: specializzazioni
Allenatori, istruttori, preparatori atletici, psicologi dello sport, medici, fisioterapisti, nutrizionisti e procuratori sono soltanto alcune delle professionalità che ruotano intorno all’universo sportivo.
L’ambito dello sport risulta particolarmente attraente; per alcune discipline, a livelli medio-alti, si presenta anche piuttosto gratificante dal punto di vista economico.
Ecco spiegato il motivo per il quale nell’offerta formativa italiana relativa alle specializzazioni post-laurea sono attualmente presenti decine e decine di corsi afferenti il settore dello sport.
Psicologo dello sport
Tra i percorsi di specializzazione rivolti a chi ambisce a lavorare nel settore dello sport, e più in particolare della psicologia sportiva, segnaliamo il master in ‘Psicologia dello Sport – Sperimentazione attiva di tecniche psicomotorie applicate allo sport’.
Si tratta di un corso post-laurea di primo livello, affernte alla facoltà di Psicologia, il cui obiettivo didattico è formare profili professionali in grado di approcciarsi alle varie e numerose dimensione della psicologia sportiva.
Il programma si basa su una struttura interdisciplinare che tocca e approfondisce elementi di psicologia, medicina, scienze motorie, fisioterapia e nutrizione.
- Psicologia dello sviluppo e attività sportiva (cenni storici, sviluppo, normative, modello di riferimento)
- Sport individuale sport di gruppo
- L’allenamento dello sportivo (principi fondamentali, formazione, programmazione)
- Le abilità mentali dell’atleta (competenze cognitive ed emotive)
- L’allenamento psicofisico (alimentazione; overtraining; gestione delle emozioni; embodied cognition; body language)
- Educazione alla salute (prestazione e doping; approccio ‘ecologico’ allo sport)
Al termine del master gli studenti saranno in grado di programmare interventi personalizzati sia per gli atleti che per le società, lo staff sportivo e le relative famiglie.
La professionalità acquisita risulta spendibile sia nell’ambito dello sport agonistico che in quello dell’attività sportiva amatoriale.
Procuratore sportivo
Il calcio, si sa, è uno degli sport più seguiti e amati; lavorare nell’ambito calcistico è un’ambizione che accomuna tantissimi giovani.
Ecco perchè tra le tante proposte di specializzazione afferenti allo sport abbiamo deciso di selezionare il master in ‘Procuratore Sportivo’.
Si tratta di un corso post-laurea di primo livello che mira a formare un delle professionalità sportive più ambite, soprattutto nel nostro Paese.
Il programma del master si basa su una struttura che approfondisce la normativa civilistica e sportiva e le prassi più utilizzate, sia a livello nazionale che internazionale.
Ecco nel dettaglio gli argomenti trattati:
- Disciplina nazionale e internazionale del calcio professionistico e dilettantistico
- Statuto FIFA
- Sanzioni disciplinari
- Consiglio Federale
- Diritti Agente Calciatori
- Attività dell’agente dei Calciatori
- Diritti del Calciatore
- Il calciatore e la società di Lega Pro (ex C1 e C2)
- Legge 91 del 1981
- Statuto FIGC
- Norme giuridiche e Codice di Giustizia Sportiva FIGC
- Disciplina della professione di Procuratore Sportivo
- Analisi del calciatore e strategia di ricerca
- Status ed il trasferimento dei calciatori inclusi
- Status del calciatore e della camera di risoluzione delle controversie (DRC) della FIFA
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